29 settembre 2009
Che Muti fosse un grande direttore d’orchestra è cosa ben nota, che il citarlo sarebbe davvero risibile. Una specie di scoperta dell’acqua calda. Che un Uomo di musica abbia una sensibilità al di sopra della norma, è altrettanto scontato. Ma che il Riccardo nazionale, oltre ad accomunare queste doti, avesse anche il dono della superba semplicità, tanto da far diventare il popoloso deserto calabrese, una riserva di bande musicali… questo dovevamo scoprirlo noi di RTV! Per un Artista che ha diretto le più grandi masse orchestrali del mondo, è stato superbo l’aver intuito che giovani del profondo Sud calabro, provenienti da quel monte che di aspro ha solo il nome, fossero dotati di un talento naturale e potessero rivoluzionare nientemeno il mondo della bande musicali italiane. Non dimentichiamo che i ragazzi di Delianuova, (ma potevano essere quelli di Laureana, Scilla, Ortì, Reggio Calabria o di qualunque altra cittadina calabra), hanno inaugurato il Ravenna Festival, davanti al mondo intero, nell’omaggio alle Bande d’Italia! Non c’è che dire! Si può esserne orgogliosi! Riccardo Muti ha avuto il merito di innescare un meccanismo virtuoso, che ha scosso l’amor proprio dei calabresi, giovani e meno giovani. Non c’è cittadina grande o piccola che non abbia attivato i suoi uomini migliori, per mettere su un complesso bandistico da far invidia! Ho sempre sostenuto che la Calabria è terra ricca di passione, di capacità, di intelligenze. Ma soprattutto di grande volontà. Purtroppo siamo stati sempre mal governati: la causa? La desistenza! Si, infatti, una buona parte dei migliori, ha lasciato che altri facessero. L’incultura ha preso il sopravvento sulla cultura. La negatività sulla positività. Abbiamo lasciato che si delineasse in Calabria un quadro generale, esportato poi dappertutto, secondo il quale, la nostra è terra di mafia, di malaffare di gente incapace. Noi rifiutiamo questa etichetta. E lo facciamo coi fatti. Non ci piace che la mafia (ancorché ci sia ed imperversi) sia diventata un alibi per “non fare” e soprattutto per “non lasciar fare”. Noi facciamo ed aiutiamo chi fa. Vogliamo una terra migliore, come quella che stanno costruendo i nostri giovani. Prima quelli di Delianuova, poi quelli di Reggio e via via tutti gli altri. Ora tocca ai figli delle gente calabra di Laureana, portare alto il vessillo dell’orgoglio di tutti noi. E ci stanno riuscendo davvero bene. Li avreste dovuti vedere, e li vedrete tramite le nostre telecamere, quanto erano eleganti nella loro divisa, ordinati ed allineati con garbo e consapevolezza del ruolo, silenziosi ed attenti, ma con lo sguardo vivo ed intelligente tanto che, penso, sia stato difficile per i genitori non sentirsi fieri dei loro figli. Sentimento condiviso dai docenti, talvolta sbigottiti perché forse non sapevano di cosa sarebbero stati capaci i loro allievi, abituati come sono stati, a saper di italiano e matematica e non di musica! Entrando nella maestosa, quanto semplice, chiesa di sant’Antonio di Laureana di Borrello, ho avuto un attimo di smarrimento: era forte la sensazione di trovarmi altrove. Magari, in una di quelle scuole inglesi dove i ragazzi, tra i cinque ed i quattordici i anni, sono già considerati uomini fatti. Con tanto di divisa e disciplina. E magari si sentono dare del lei. Un attimo. Poi realizzo. Sono in Calabria. A casa mia. Ma torno a sognare quando il maestro Managò sale sul podio, alza la bacchetta e nella chiesa si spande un suono che non ha età. Sublime. Perfetto, senza una smagliatura, coinvolgente. A suonare non erano i Berliner o gli Accademici di Santa Cecilia… erano i nostri ragazzi di Laureana!!! Incredibile! Incredibile, ma assolutamente vero! Che commozione! Li avrei abbracciati tutti, ad uno ad uno! Un sentimento che non conosco è l’invidia, ma avrei voluto essere in quel momento il Maestro Managò: come si sarà sentito, nel vedere il frutto del suo duro ed appassionante lavoro, così ben ricambiato da settanta fanciulli? Che bello! Bravi ragazzi! State migliorando la Calabria e noi abbiamo il dovere di fare come il maestro Muti: dobbiamo credere in Voi! Lo stanno facendo già in tanti e meritano la nostra attenzione. Quella della televisione positiva che ama diffondere la notizia che il vostro Sindaco ha dedicato un intero stabile alla vostra scuola di musica! Grande lungimiranza! Riccardo Muti, il dottore Scerra, i Maestri Managò, Pisano, Caridi e via via tutti gli altri, hanno fatto in poco più di un anno, quello che la politica culturale calabrese non è riuscita a fare in decenni. POTENZA DELLA MUSICA! Così si favorisce la cultura, il progresso e si rende merito alle nostre nobili tradizioni. Alla fine della stupenda serata, che i ragazzi di Laureana hanno voluto dedicarmi, un genitore, stringendomi la mano mi ha detto: dottore, CHI BANDA NON SBANDA! E tanto mi è bastato per tornare a casa felice! Grazie Laureana!