Dal Tito Minniti è difficile partire, ma ancora di più arrivarci!

14 giugno 2005

Ma non sarebbe ora di finirla? Come se non bastasse, al fatto che per partire da Reggio bisogna accontentarsi di qualche volo al giorno in orari da fornai (con tutto il rispetto per la pregiata categoria), si aggiunge, adesso, la scarsa o nessuna considerazione per chi, per lavoro o per qualunque altra causa, deve raggiungere l’aeroporto della nostra città. Accade così che, questa mattina, il malcapitato aspirante viaggiatore aereo, giunto con la propria autovettura allo svincolo di Saracinello e pronto ad un sospiro di sollievo per la meta quasi raggiunta, si vede quasi inopinatamente sbarrare la strada da una paletta rossa! Si, proprio da una paletta rossa! Il guaio è che a tenerla in mano non è né un agente, regolarmente abilitato, né una guardia giurata, ma un semplice, e non possiamo dire garbato operaio di una non meglio definita ditta deputata a collocare travi di cemento sul costruendo svincolo. Al sorpreso aspirante viaggiatore non resta che cercare di capire cosa stia succedendo: la risposta dell’improvvisato agente nominato sul campo (da chi?) è, in perfetto italiano: “non si poti passari”. Alla incalzante domanda: fino a quando e come faccio a raggiungere l’aeroporto, la risposta non cambia “fino e deci” e “chi ‘ndi sacciu ieu”. L’ansia prende il sopravvento. L’aereo parte, non aspetta la paletta verde del sempre più improvvisato agente. Cosa fare? Rapidamente inversione di marcia e guadagno dello svincolo di Arangea. Ma qui nemmeno il più abile cardiochirurgo riuscirebbe a realizzare un by-pass e si, perché anche lo svincolo di Arangea risulta impercorribile per lavori in corso! E di tutto questo, nemmeno l’ombra di un cartello che possa consigliare un percorso alternativo. In quale considerazione siamo tenuti nella nostra Città! Da noi stessi! Come si può continuare ad accettare passivamente una qualità della vita così bassa, dove la considerazione nella quale è tenuto ciascuno di noi è veramente inesistente? Non puoi programmare nemmeno di raggiungere l’aeroporto in tempo utile, per salire su un aereo che, il più delle volte, non certo per diletto, ti porta lontano dalla tua 18 terra. Non puoi salire su un treno perché il più delle volte lo trovi sudicio, obsoleto e in tutto e per tutto differente da quello in servizio sulle linee del Nord Italia. Prova a viaggiare su una carrozza letto per subire le conseguenze di chi va a dormire in una bettola, peraltro ad alto costo. Prova a scegliere le autolinee e raccomandati alla tua divinità prescelta per raggiungere la meta, ad esempio romana, visto che sarai costretto a fare un viaggio alla velocità delle lumache in processione, attraverso un’autostrada che usurpa tale nome alle mulattiere d’Aspromonte. Insomma è ora che chi è preposto a tutelare i nostri interessi di cittadini reggini prima, ed italiani poi, si svegli, si faccia un’iniezione di testosterone e, cercando di ridare dignità al ruolo che i cittadini gli hanno conferito, si batta ed ottenga quanto oggi alla città di Reggio ed ai suoi abitanti viene proditoriamente negato! Non se ne può proprio più! L’operaio agente improvvisato (nulla contro di Lui per carità!) è il classico esempio dell’improvvisazione, del poco rispetto per le normali esigenze della cittadinanza e della poca professionalità con cui si intende portare avanti il proprio mandato amministrativo. Quale che sia. Se non si è in grado di garantire i livelli minimi di qualità della vita c’è una sola dignitosa via d’uscita: Caporetto!

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