Reggio bella e gentile

14 settembre 2006

Il mio amico Zizo Trombetta, reggino emerito, con le sue pubblicazioni ricche di foto d’epoca, ha fatto conoscere ai nostri figli ed a molti di noi, una Reggio d’altri tempi bella e gentile. Scavando nei miei ricordi di adolescente, ricordo una città serena, pacata, mai chiassosa. Semmai, l’unico dolce chiasso era quello delle bande musicali alla Villa Comunale ed a Piazza Italia. I Grandi Vecchi della nostra Reggio da Carmelo Restifo a Domenico Bottari, avevano gli occhi lucidi quando della loro Reggio ci parlavano come culla di civiltà e patria del buonsenso… Italo è stato il padre del gusto del bello e dell’innamorarsi di Reggio. Nessuno si è mai vantato di un odore acre di salsiccia arrosto, diffuso da Piazza De Nava al Duomo. Insistente, uniforme come una musica di sottofondo onnipresente, a far da cornice ad un chiasso infernale, caotico: una ridda di pianole sparse qua e là, tamburi in libertà e maschere carnascialesche che avrebbero voluto evocare chissacchè. Solo la sacra amatissima effigie della Madonna si è salvata dall’ olezzo, durante la processione. Neppure i pur bravi cantanti lirici di Piazza Sant’Agostino sono stati risparmiati dal pagano fumo oleoso: una Traviata con lo champagne ed il nostrano insaccato bruciacchiato, resterà a lungo nell’ugola del bravo soprano bulgaro. Tranquilli, ma era tra i pochi d’oltre confine… Il profumato messaggio non andrà lontano: si fermerà tra Calanna, Mosorrofa, Diminniti e gli altri bei siti della nostra Reggio, da dove provenivano le migliaia di turisti… così definiti dai plenipotenziari di palazzo San Giorgio. Intendiamoci: siamo ben lieti di averli ospitati, ma lo saremmo stati ancora di più, e loro con noi, se fossero stati anche loro interessati, nei loro quartieri a ricevere ospiti provenienti dal centro città, da tutta Italia e magari anche dall’estero. La notte bianca è della città tutta, non solo del centro! La notte bianca è cultura: popolare e non. È buon gusto. Raffinata eleganza. Sobrietà. Tutti termini misconosciuti da chi profonde a piene mani solo soldi, non suoi, per ricavarne, spera, vantaggi elettorali. Così dice la gente, e noi lo riportiamo. Convinti. Non vogliamo fare i censori a tutti i costim ma ciò che diciamo è stato sotto gli occhi di tutti: di profumato c’è rimasto solo il costo! ALTRO CHE CITTÀ’ DEL BERGAMOTTO, Caro prof. Amato, Reggio Città della salsiccia, questo lo slogan di chi il gusto del bello non ce l’ha, e, come il coraggio di Don Abbondio, non se lo può dare! Ma ora basta. È arrivato il momento di tirare fuori il coraggio degli Uomini liberi. Come accettare lo sperpero di denaro pubblico? Come sorridere al passaggio nelle tasche di organizzazioni ad hoc, di duecentoquaranta milioni di vecchie lire, per una passeggiata del Sindaco con Valeria Marini. Che immagine è questa? Che messaggio è? A chi dei Reggini giova? Parlino i Soloni, i nostri microfoni sono aperti! Giovani di Reggio, ma vi sentite davvero appagati dalla sagra dell’effimero? Tornando a casa, avete pensato al vostro futuro? Ed a quanto vano sia l’illudervi che la vita è solo canzonette, senza valori e denaro dato a chi non lo merita? Non possiamo più giustificare ogni cosa dicendo che a Reggio piace. Non possiamo tollerare intimidatorie presenze a braccia conserte, quando siamo intervistati da emittenti non compiacenti: personalmente non le temiamo. Men che meno faremo un passo indietro, fintantoché il consenso di gran parte del popolo reggino ci incoraggia a continuare a difendere la città dai predatori legalizzati. NOI NON SIAMO LA TELEVISIONE ANTI SINDACO, contro di lui parlano le sue stesse delibere, per intenderci, quelle che coprono di euro anche i castelli di sabbia: si, si i castelli di sabbia, gli stessi che abbiamo realizzato da bambini al Lido… e gratis! Per divertirci… Con quel sano divertimento, oggi negato ai nostri figli, perché aumentato solo e soltanto di euro, euro euro. Leggete la stampa locale. Leggete le delibere. Se il centro-sinistra tace in un colpevole silenzio, rotto solo dai più coraggiosi, noi di RTV non lo facciano. Ci domandiamo cosa sarebbe stata la libertà di espressione senza di noi. Non vogliamo ragione a tutti i costi, ma pretendiamo il diritto di dire quello che i cittadini senza voce vorrebbero gridare. E non ci intimidiscono i divieti o le allettanti prebende e contributi erogati a chi non usufruisce dei nostri canali televisivi: scuole di ballo, teatri, cooperative, semplici inserzionisti, che peraltro comprendiamo: abbiamo le spalle forti per onestà, intellettuale e pratica, coraggio ed amore vero per la città. A chi lo voglia, il gusto e l’onere di dimostrare il contrario. Noi siamo qui, in Via Vittorio Veneto. Al 58! Lavoriamo perché Reggio torni ad essere bella e gentile, senza gazebo deturpanti sul lungomare, con tanti bei lidi ordinati e raffinati, con tanti turisti cinesi, giapponesi, tedeschi e d’ogni altra parte, attratti dal profumo del bergamotto e dal calore della gente reggina e dai nostri artisti. Lavoriamo perché non sia distrutto il Centro storico e perché la periferia sia bella e vivibile come il centro, con tanta tanta acqua… che lavi le molte ferite di questa nostra stupenda città!

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