Tanto tuonò che piovve

25 dicembre 2005

E piovvero gli applausi. Scroscianti. Tumultuosi. Non sempre è bello affermare che è da tempo che lo andiamo dicendo ai quattro venti, ma, questa volta, un pizzico di merito ce lo assegnano. D’ufficio. Sin dalla riapertura del Teatro Cilea, avevamo preso una netta posizione di contrasto nei confronti di una gestione affidata al pressappochismo ed alla incompetenza. Peraltro dichiarata. I nostri servizi, ispirati da un riconosciuto amore per la cultura teatrale, sono stati una spina nel fianco dell’Amministrazione Comunale. Ma la vicenda, che ci aveva visti prima designati e poi privi del titolo partitico necessario per la sovrintendenza del Teatro, rendeva artatamente e strumentalmente bollato, come “di parte”, ogni nostro dire. Anche se vero ed incontestabile. Anche quando avevamo previsto il clamoroso fiasco della Traviata, stigmatizzato dalla stampa amica con un eloquente “più croce che delizia”, parafrasando la nota aria del Verdi nazionale. Si sa bene che, quando nel proprio agire non si trova una efficace opposizione, si persevera nell’errore! Ma se da una parte c’è stato chi ha continuato a sbagliare, dall’altra la perseveranza in positivo non ha ceduto di un solo millimetro. E l’effetto non è tardato. Intendiamoci, non vogliamo attribuirci meriti che non abbiamo, ma riteniamo di aver contribuito, come libero organo di informazione, ad un cambio di rotta che, non noi, ma il pubblico reggino ha sancito, passando dal tiepido applauso alla standing ovation di ieri sera. Mai visto al Cilea. Mille reggini in piedi ad applaudire per un tempo incredibilmente lungo il Concerto di Natale. Ad osannare un cast di artisti di primissimo ordine. A sancire che Reggio capisce di Musica, come ama il bello e gusta l’arte. A capire e far capire che legalità è anche rispetto del buon gusto e del diritto dei cittadini ad avere il meglio. Abbiamo criticato, e continueremo a farlo liberamente, quando sarà a nostro sommesso parere, giusto farlo. Ma oggi siamo serenamente felici come Reggini di dare onore al merito e riconoscere al Sindaco di aver, sulla gestione del Teatro, cambiato rotta, ed operato le scelte giuste offrendo non solo ai mille spettatori uno spettacolo di primissimo ordine, ma concedendo la possibilità di estendere questo godimento dell’animo a tutti, grazie alla 32 registrazione televisiva di RTV. Ed all’assenso degli artisti. Ci sarà ancora molto da fare, come è giusto che sia, a partire dalla Fondazione per giungere alla fruizione del teatro per 365 giorni all’anno, ma per adesso godiamoci il magico momento. Ieri sera Reggio ha scritto una pagina storica. Daniel Oren sul podio: uno tra i più grandi direttori d’orchestra di tutti i tempi. Doina Dimitriu, il soprano rumeno dalla voce possente, dolce e romantica tanto da colpire nel profondo dell’animo di ciascuno di noi, un baritono semplicemente fantastico, Marco Vratogna che ha fatto venir giù il teatro per l’intensità degli applausi e per la simpatica parodia del tenore nel brindisi della Traviata! Una trovata geniale! Per non parlare di quei meravigliosi giovani armati di strumenti… musicali che hanno vinto la loro battaglia a favore della pace e della legalità semplicemente, come sanno fare i grandi: con l’arte! Che dire poi del Coro. L’apoteosi. Ad uno per uno, con in testa il Maestro Tirotta, vorremmo stringere la mano e dire loro che ci siamo sentiti orgogliosi quando in prima fila i sovrintendenti di Tokio, Verona e Sassari sussurravano tra loro: fantastico questo Coro! Ma sono di Reggio? Sìììììììììììì abbiamo risposto e sono nostri!! L’emblema della Reggio che vogliamo. Sana, pulita, orgogliosa come i nostri giovani. Ed allora abbiamo capito perché tra gli applausi si è nascosta anche qualche lacrima. Non troppo furtiva, ma vera. Lacrima d’amore. Per la nostra Città.

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