A Grotteria si ripete il miracolo del Teatro

22 agosto 2018

Diceva Eduardo de Filippo che fintantoché ci sarà un filo d’erba vero sui prati, ve ne sarà uno finto sui palcoscenici. Un modo per dire che il Teatro è immortale. Quel Teatro dove si perde nella notte dei tempi l’origine, se non nel farlo derivare dall’esigenza dell’uomo di vedere tutte Ie vicende possibili della vita, rappresentate e, perché no, vissute se non personalmente, dal genere umano in ogni tempo. Non v’è dubbio alcuno che ognuno di noi si immedesima nei fatti e misfatti umani, interpretando ora questo ora quel ruolo, idealmente compenetrandosi nella parte e sostituendosi nel proprio intimo, al personaggio attraverso l’interprete. Ecco perché ognuno di noi è epidermicamente più vicino ora a questo, ora a quel personaggio. Spesso ci si immedesima non in quello che siamo, ma in colui o colei che da noi si discosta per carattere, stile e modi di vivere. Il teatro è nel DNA di ciascuno di noi. Non ne possiamo fare a meno, anche se non frequentiamo questi templi della cultura, ma vorremo. La politica, spesso stolta ed in mano agli incolti arruffoni, meri accaparratori di consensi immeritati, non si cura di questi aspetti vitali del vivere civile. Fortunatamente i grandi cultori dell’arte di Melpomene, Euterpe, Tersicore, Thalia, non si sono mai dati per vinti e, nei secoli, hanno perpetuato l’arte scenica anche e soprattutto attraverso la passione giovanile. La Calabria non è seconda a nessuno. Un palcoscenico, un sipario, un vecchio teatro del paese ed il miracolo si rinnova. Due sere fa a Grotteria. Un meraviglioso storico paese, pressochè abbandonato, ma che orgogliosamente rivive e ci riesce. I fantastici componenti del Gruppo Teatrale Grotteria si sono cimentati ancora una volta con il grande, grandissimo Eduardo De Filippo. Lo hanno fatto tante volte sempre con successo. Memorabile quella riduzione della Filumena Marturano riscritta in dialetto calabrese da Chiara Femia e da lei stessa interpretata con Raffaele Cagliuso, con un trasporto coinvolgente tanto da commuqyere il pubblico, senza alcun freno inibitore. Donna Filumena e Don Mimì rivivono nel mondo intero, anche in calabrese, grazie alle centinaia di dvd diffuse attraverso l’Università Dante Alighieri che lo ha adottato nell’insegnamento di etica della comunicazione. “Ditegli sempre di si”. Una delle commedie del grande napoletano dove, sotto l’ironia e le risate cova una enorme verità… Tutti i mali derivano dalla mente umana! Che grande lezione di vita! La dimostrazione che le verità costruite sono sempre effimere e volatili, come il pensiero. Arrivare a Grotteria, accolto da un calore umano indicibile, è sempre per me un’esperienza alla quale non rinuncerei mai. Da Assessore alla Cultura ai tempi della Provincia, a Consigliere metropolitano oggi, ma ancora più da semplice calabrese, non posso esimermi dall’assaporare quella pulizia morale tangibile in queste iniziative. Niente costosi impianti, nomi pseudo roboanti, falsa cultura piena di decadenti lustrini e toni da sfondare i timpani, impresari corrotti e amministratori compiacenti. No. Passione, collaborazione, senso civico, bravura personale e collettiva: questi gli ingredienti nel teatro di Grotteria. Onore al merito. II pubblico, numeroso, ha dimostrato un alto gradimento e soddisfatto ha applaudito a scena aperta! Mi sembra giusto citare tutti gli interpreti anche perchè non è possibile stilare una classifica. Sono stati tutti molto bravi, non hanno sbagliato una battuta, una entrata. Ognuno ha recitato da grande artista. La vita è la migliore scuola di teatro e questi giovani lo hanno dimostrato con gioia e sapienza. Una parola desidero dedicarla a Vincenzo Cagliuso che ha recitato la parte di Michele, il pazzo. Oltre le sceniche movenze tipicamente eduardiane, abbiamo tutti notato la grande bravura nell’adattarsi, senza scimiottamenti di maniera, alla mimica facciale del grande commediografo del Sud, che fu uno dei cavalli di battaglia del teatro napoletano della scuola di eduardo Scarpetta. Bravo Vincenzo. E cosi lo stesso BRAVO lo dedico a Chiara Femia, Raffaele Cagliuso, Domenico Femia, Alessia Bruzzese, Ernesto Marrapodi, Rosa Aprile, Giulia Pelaggi, Daniel Maggio, Mariella Bruzzese, Domenico Cagliuso, Pasquale Bruzzese, Fedele Galluzzo, Giovanni Cagliuso. 13 giovani, alcuni di spirito e non all’anagrafe, che vanno presi ad esempio. Perchè questa è la vera Calabria. Quella che inorgoglisce. Quella che ci fa rigettare le accuse di chi non fa altro che gettare fango addosso a questa TERRA che, invece, esprime il meglio di sé attraverso il popolo: quello che a Grotteria era sul palcoscenico ed in sala.

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