E se emulassimo la Tropea del 1615?

19 marzo 2019

Le citazioni non sono segno di cultura, ma di nozionismo a meno che, leggendo un classico che ti ritrovi nella tua biblioteca, non riconosci in ciò che leggi, i tuoi convincimenti personali. “De capienda ex inimicis utilitate” ovvero “sull’utilità dei nemici” di Plutarco, mi calza a pennello per ciò che mi accingo a scrivere. Naturalmente, senza pretendere in alcun modo di paragonarmi neppure minimamente al filosofo greco. Premesso che non annovero nemici tra le mie conoscenze, tutt’al più invidiosi di professione, non credo che differenti posizioni ideologiche e\o politiche possano fare insorgere questo deteriore sentimento umano, foriero solo di negatività. Ritengo invece che le diversità, poste a confronto razionale, possano solo portare a risultati positivi per tutti. Posto ciò chiameremo nemici, per dirla con Plutarco, quelli che si contrappongono senza pregiudizi. Una forma di onestà intellettuale messa al servizio delle differenze. Quali che siano. Ora, non v’è dubbio che una qualunque posizione di potere amministrativo, generi questo vituperato sentimento, spesso insorto a prescindere. Esso si manifesta in tanti modi. In questo momento nella nostra Città trova sfogo nella contrapposizione all’Amministrazione in carica, poiché si augura che il paventato dissesto finanziario pre-decretato dalla Consulta, veda la luce e accenda i riflettori sulla cattiva gestione. E qui sta il problema. Senza ragionare c’è chi pensa che il provvedimento detronizzi il Sindaco e la sua Giunta, Consiglio compreso, e rappresenti la certificazione di una vera o presunta mala gestio. Nulla di più fuorviante. Questo è un tema che si discuterà alla prossime elezioni. Se c’è qualcosa su cui recriminare è l’assunto della sentenza che supera le decisioni parlamentari che venivano incontro ai Comuni in difficoltà, con la rateizzazione del debito ed ancora di più sull’assunto apodittico secondo il quale una amministrazione non potrebbe ipotecare i bilanci delle future generazioni. Un po’ come dire ad un pater familias che non può comprare la casa a rate perchè i suoi figli erediterebbero il debito. Ma non è noto il principio del beneficio dell’inventario? Non è noto che ogni Italiano, appena nato, è già gravato da un debito? Ora è tempo non più di farsi domande, ma di agire. Ut unum sint. Perché tutti siano uniti nel salvare la Città da questa jattura economica che porterebbe solo danni irreparabili, davvero, alle future generazioni ed a quelle attuali. Imprenditoria per prima. Noi siamo capaci di unirci nelle calamità. Siamo vaccinati e pronti a fare fronte comune. Ognuno, secondo il suo ruolo, è chiamato ad imbracciare le armi della democrazia per difendere la dignità ed il rispetto per la più grande città della Calabria. A Tropea, nel 1615, nobiltà e popolo – uniti per la prima volta per un obiettivo comune – si autotassano per riscattare la libertà della città nei confronti del Principe Ruffo di Scilla. Ogni anno il 23 Agosto quel popolo ricorda l’evento. E se Reggio emulasse i tropeani, orgogliosi calabresi, e si autotassasse per riscattare la propria autonomia economica? Ognuno secondo le proprie possibilità e secondo la propria coscienza. Per una volta i nemici diventino amici. Allora, sì sarà dimostrata la tesi di Plutarco sulla utilità dell’inimicizia.

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