In dubio pro reo

31 ottobre 2015

Se qualcuno ha pensato, che ieri sera al Teatro Comunale Francesco Cilea, sul banco degli imputati sia stata messa la Magistratura, ha sbagliato di grosso. Gli evidenti capi d’accusa sono stati posti da Massimo Barilla e dal suo “granello di sabbia” a carico della Società, in tutte le sue componenti. Magistratura compresa. Senza sconti. A tutta quella massa che si pone in moto, nell’attribuire a taluno un delitto, talvolta, basando l’accusa sul nulla. Un nulla al quale non viene giammai concesso neppure il beneficio del dubbio! Tutto è certezza. Anche senza prove reali, Forze dell’Ordine, magistrati, giornalisti e persino gli avvocati: tutti sanno tutto. Tutti sono portatori di verità. La storia che Salvatore Arena, un attore stratosferico, ha saputo far rivivere, solo, sul palcoscenico, scomponendosi in decine di personaggi, è quella di Giuseppe Gulotta. Un innocente condannato all’ergastolo! Tutti ci siamo rivisti in lui. Con le dovute proporzioni, a ognuno di noi è capitato o potrà capitare di imbattersi in una vicenda che lo veda coinvolto, suo malgrado, in un turbinio di menzogne e false ricostruzioni, tali da distruggere la reputazione, la famiglia, gli affetti, la vita. Senza colpa alcuna. La vendetta è più forte della Giustizia, grida Gulotta per bocca di Arena. Ed ha ragione. A nessuno salta più in mente che il beneficio del dubbio era noto e praticato già ai tempi dei Romani “In dubbio pro reo!” Oggi è solo rimasto un elemento della storia del diritto. Inapplicato. Intanto il meschino calunniato, per dirla con Rossini, ne subisce la mancata applicazione, Vero? Non ne è forse la dimostrazione il fatto che una grandissima percentuale di condanne, in primo grado, vengano poi riformate in appello o in Cassazione? Mi si dirà che l’errore è previsto, vista l’esistenza dei tre gradi di giudizio. Si, ma intanto? E poi è vero che i gradi di giudizio, in italia, sono tre? Io credo siano almeno quattro. Almeno. II primo è l’avviso di garanzia che lungi dall’essere quello che è, rappresenta una vera e propria anticipazione di condanna senza appello! È sufficiente vedere l’effetto mediatico. Provate a confrontare la notizia di un avviso con le dimensioni, sul giornale, di una eventuale condanna. Fa più audience la prima. La stupenda opera teatrale di Barilla fa e farà riflettere. Tutti abbiamo da rivedere i nostri comportamenti. E chi giudica lo deve fare più degli altri. E siccome a giudicare siamo tutti, riflettiamo e agiamo di conseguenza. Ieri sera, Reggio ed il pubblico del Cilea lo hanno fatto. Con una standing ovation spontanea di oltre 6 minuti per l’autore, per il grande attore, ma soprattutto per il coraggio della denuncia!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *