“IO ACCUSO!”

3 marzo 2017

Io accuso una certa Stampa locale ed ho il coraggio di farlo! Non temo alcuna ritorsione. La Legge mi fa scudo. Sta di fatto che è ormai insopportabile che si continui a gettare fango sulla gente perbene, approfittando di testate, che godono i favori di chi dovrebbe intervenire e non lo fa. Non voglio certamente limitare la libertà di Stampa, né sottoporla a censure di sorta. Voglio intavolare una riflessione di tipo etico, avvalendomi della mia esperienza di Docente di questa materia, nell’Università Dante Alighieri di Reggio Calabria. Ciò che sta succedendo è sotto gli occhi di tutti. Il nostro territorio si è guadagnato la fama peggiore possibile, grazie alla enfatizzazione di ogni cosa negativa che accade, vera o presunta, da parte di una sparuta minoranza di testate che, purtroppo, seguono la regola di Umberto Eco: chiunque può scrivere, spacciandosi per premio Nobel! E passa perché l’informazione online, soprattutto massifica e perequa. Non c’è indizio di colpevolezza che, secondo questi giornalisti, non diventi una prova schiacciante con tanto di commento a guisa di giudice extra tribunale. Per dirla con il popolo: ogni pelo diventa un palo! Si usano, per questo, tutti i mezzucci di dozzina secondo le regole, mai scritte, del giornalismo sensazionalista, riservato ai pidocchiosi della società. Regole che prevedono un subdolo accostamento scientifico di notizie, che tali non sono, a fatti reali e commenti legittimi, sereni e della quotidianità. Lapalisse tremerebbe. Infatti, il non vero, legato all’evidente, fa diventare, nell’immaginario collettivo, credibile tutto. Con buona pace della verità. Il risultato è che si delinea nel mondo dell’informazione una immagine negativa della nostra comunità e di chiunque ne faccia parte. Anzi, più questo chiunque è persona perbene, avvezzo alla legalità, cittadino incline a darsi al bene comune, sacrificando se stesso e le proprie necessità, più la non-notizia fa scalpore ed ancor più, si cerca di dimostrare che tutto è marcio, ovunque c’è ‘ndrangheta e malaffare ed il solo che si salva è chi firma ed i di lui amici. Le prove evidenti di quanto affermo? Perché la Stampa locale professionista, di rango, con una storia alle spalle, non pubblica notizie siffatte? Perché taluni di questi “scrittori di gialli sbiaditi” si lasciano andare a giudizi personali nel loro incipit dove anticipano, o meglio, bollano apoditticamente le non-notizie, aggettivandole in maniera pesante e denigratoria? Il panorama è desolante. Bisogna chiedere l’intervento dell’Ordine dei Giornalisti, se ancora ritiene di avere una funzione etica. Non si può consentire un autolesionismo di questa terra. Come si vuole che giunga il progresso alle nostre latitudini? Come si può mai alimentare il Turismo? Come integrare il numero di studenti nelle nostre Università, se si presenta alle famiglie italiane un territorio becero, mafioso, dove tutto è malaffare e non c’è nessuno che non sia legato in un modo o nell’altro all’illegalità? Questa è Terra, come tutte le altre, dove una piccola parte delinque, ma dove la maggioranza della gente lavora, soffre, si industria tra mille difficoltà, studia ed emerge, eccellendo in tante cose. Non possiamo accettare che si continui a diffondere un quadro taroccato che nuoce ad una comunità già di per sé sofferente, ma che vuole vivere secondo le regole della civiltà. Sorge il dubbio, se non la certezza, che questo tipo di giornalismo sia “su ordinazione” e che obbedisca ad un piano strategico di distruzione della storia, della identità di un territorio. cui prodest? A chi giova? Questo è da scoprire. Ma dalle rovine c’è sempre chi si ERGE a ricostruttore… e ci guadagna: terremoto docet. Io non ci sto. Difendo me Stesso, gli uomini come me, la mia Terra. Legittimamente lo faccio correndo rischi. Perché così è. Ma sono legato ad una espressione di Carlyle: se un uomo non vuole correre rischi nell’affermare le sue idee, i fatti sono due: o non valgono le sue idee o non vale niente lui. E se io valgo lo dice la gente, quella a cui ho dato un lavoro, e sono centinaia, quella che aiuto ogni giorno nell’esercizio della mia professione medica, quella che ha ben compreso i grandi sacrifici degli ultimi 5 anni, e non solo, durante i quali ho riportato la cultura vera nella Provincia, non senza rischi personali, la storia parla. Certo non lo diranno quelli che ho combattuto, vincendo più volte, del professionismo dell’antimafia fasulla. Ma di questi non me ne curo, la Legge ed i Magistrati che la rappresentano degnamente, se ne occupano già da tempo. No alla Stampa su ordinazione, quella che riesce anche a trovare ipotetici legami non puliti, financo sul Ministro degli Interni, persona di specchiata moralità e di indiscusso valore. Si alla Stampa libera e pulita, quella fatta con passione vera, non per affermare se stessi, ma la verità.

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