Nel cuore dell’Aspromonte e del Maestro Muti

2 novembre 2007

Forse, parlare di Musica, oggi, con due drammi che hanno colpito le nostre coscienze potrebbe sembrare fuori luogo o quanto meno intempestivo. Ma ci sono delle assonanze significative. Il dramma della Famiglia di Scido che, per una imperante cattiva gestione delle risorse pubbliche nel campo della Sanità, si vede defraudata di un figlio meraviglioso e quello della giovane signora romana, aggredita, violentata ed uccisa, richiamano la nostra attenzione sul diritto alla salute ed alla sicurezza. Diritti inalienabili. Diritti che non possono essere sottoposti alle voci di bilancio. Che non possono essere condizionati al raggiungimento di effimeri quanto bugiardi risparmi. Se necessitano più ambulanze sul territorio, si acquistino! Se giovano più uomini a tutelare i nostri quartieri e la nostra incolumità, si reperiscano le risorse, magari distinguendole dalle spese effimere, che portano solo al consolidamento di un certo potere politico e populistico. Sanità e sicurezza non possono essere affidate a chi chiede di partecipare ai funerali (quasi fosse consapevole di avere la coda di paglia) quando fino al giorno prima ha avuto la sola preoccupazione di dire sempre no ad un territorio che ha bisogno di tutto, perché non ha nulla. Nemmeno il diritto di essere assistito da uno Stato che asserisce che il diritto alla salute è uguale per tutti. Come la Legge. Ma quello stesso territorio abbandonato, vilipeso anche dall’onere di una fama negativa e talvolta immeritata, reagisce. Reagisce con i suoi figli migliori. Quelli che non si adeguano. Non accettano e non sono conniventi, né contigui al malaffare: quello con la coppola e quello col cravattino! Il problema è darne notizia. Diffondere questa reazione positiva. Il negativo fa cassetta. Il positivo fa ombra. Ma per fortuna, ci sono gli ambasciatori delle cose belle, delle ribellioni giovanili, dei talenti. I cosiddetti testimonials. Quelli veri, naturalmente, non quelli prezzolati. Da qualche anno l’Aspromonte ne ha uno di rango. E che sia vero, non v’è dubbio data la portata del personaggio: Riccardo Muti. Il più prestigioso direttore d’orchestra italiano non perde occasione per ricordare al mondo che l’italica Calabria è terra di musicisti e di imprenditori unici. E lo fa in contesti di rilievo internazionale. Sul Venerdì di Repubblica di oggi, Riccardo Muti, torna a parlare di Delianuova e dei suoi ragazzi. Li definisce elegantissimi e talentuosi, così come sottolinea che in nessun paese del mondo un farmacista, il riferimento al dr. Scerra è evidente, si sognerebbe di finanziare una banda musicale. Nell’articolo a firma di Curzio Maltese, Delianuova diventa più importante della Scala di Milano, del Regio di Parma e dell’ arroganza dello Stato che – per dirla col maestro – brucia cultura come i piromani le nostre foreste. La bacchetta del Grande Maestro addita a chi ne ha facoltà l’esempio aspromontano, come via da seguire per non disperdere un patrimonio immenso di arte, cultura e storia, rappresentato dalle bande musicali e polemizza con quelle amministrazioni che, per seguire la moda del momento, destinano – dice Lui – risorse a notti bianche e fuochi d’artificio ormai d’obbligo, in qualunque contrada del Belpaese! Ci conforta, noi la pensiamo come Lui e non da ora!

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